Il dito in bocca: la mia strategia empirica per dirgli addio

C’è una storia d’amore che dura ormai da 5 anni. E’ quella tra mio figlio e il suo pollice destro.

Quando Bibo è nato ha rifiutato da subito il ciuccio, dimostrando di preferire di gran lunga il suo pollice. Indubbiamente più affidabile perché il dito, a differenza del ciuccio, non si rischia di perderlo né di dimenticarlo in giro ed è sempre a portata di mano. Senza togliere poi che è rassicurante e consolante quanto o più di un doudou: infatti mio figlio non ha mai avuto un pupazzetto preferito che gli conciliasse il sonno. Aveva il suo pollice!

Fin dall’inizio io e mio marito ci siamo chiesti quale fosse il momento giusto per iniziare a dissuadere nostro figlio dal ciucciarsi il dito. Al compimento di un anno? forse è troppo presto, poverino, facciamolo quando compie 2 anni! ma i due anni sono arrivati e anche passati, sono arrivati i 3 e poi i 4 e Bibo non ha mai accennato a voler abbandonare questa sua abitudine. Più che sperare che nostro figlio ci arrivasse col ragionamento e la forza di volontà, non abbiamo avuto il coraggio di utilizzare alcun metodo drastico per mettere fine una volta per tutte a questa abit…ok, chiamiamolo vizio.

E 2 settimane fa nostro foglio ha compiuto 5 anni, che ha festeggiato…ciucciandosi il dito.

Io e Enne ci eravamo dati come ultima deadline proprio i 5 anni per passare all’azione. Dato che i discorsi, le promesse e gli scambi allettanti non sortivano effetti per prima cosa abbiamo iniziato a mostrare a mio figlio sull’ipad immagini di bocche sorridenti che mostravano denti ingabbiati dentro ad antiestetiche inferriate.

Sai che chi si ciuccia il dito dopo i 5 anni deve mettere l’apparecchio? 

Silenzio. Sguardo preoccupato.

La mamma di Franci ha l’apparecchio perché si ciucciava il dito?

Ebbene sì, figliolo. (in realtà la mamma del suo amico Franci porta l’apparecchio per altri motivi ma…il fine giustifica i mezzi, come diceva Machiavelli)

Sguardo preoccupatissimo.

La voglia di mettersi il dito in bocca diminuiva. Ma il problema si ripresentava la notte, quando succhiarsi il dito per prendere sonno era ormai un riflesso condizionato. Allora abbiamo deciso di utilizzare, prima della nanna, uno smalto dal sapore amaro comprato in farmacia. Per qualche notte abbiamo dormito poco e male tutti…ma l’obiettivo è stato raggiunto: Bibo si è emancipato dal dito, non lo cerca più. Il callo che si è formato sulla nocca si sta piano piano ammorbidendo.

Possiamo dire che questa lunga storia d’amore si è conclusa per sempre assieme alla sua prima infanzia e io – amici dentisti tappatevi le orecchie – ho un po’ di magone, perché vedere mio figlio col dito in bocca mi ha sempre fatto una tenerezza infinita, mi ricordava quanto fosse ancora ‘cucciolo’. Ora invece è a tutti gli effetti ‘un bimbo grande’.

 

Article Tags :
Related Posts

Discussion about this post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

css.php