La gelosia: prerogativa del primo figlio?

Sono la prima di tre figli e da bambina sono stata una primogenita da manuale di psicologia infantile: quando è nata mia sorella la gelosia mi ha letteralmente travolta. Da brava prima figlia mi sentivo spodestata, defraudata del mio ruolo di FIGLIA UNICA, privata dei privilegi di cui avevo goduto per mesi (mia sorella è nata solo 14 mesi dopo di me), terrorizzata dall’idea di perdere le attenzioni a cui ero abituata e dal fatto che le persona che amavo potessero letteralmente dimenticarsi di me per concentrarsi su mia sorella. Mi sono portata dentro questo rospo per anni e per anni sono stata ossessionata dal confronto, ho vissuto con l’ansia di avere il controllo di tutto quello che accadeva intorno a me, del dritto di prelazione: se arrivavano regali dovevo essere io la prima a scegliere, se accadeva qualcosa di bello dovevo essere io la prima ad esserne coinvolta. Parenti e amici mi ricordano, ridendo, aneddoti della mia infanzia in cui ho più volte attentato alla vita di mia sorella o candidamente manifestato il desiderio di sbarazzarmene nei modo più creativi. 

E mia sorella, nel frattempo? Lei viveva pazientemente il mio atteggiamento ostile, mi lasciava fare senza obiettare, senza protestare: lasciava che io fossi la prima a mettere le mani su tutto, che il cappellino rosa lo prendessi io, accontentandosi di quello celeste. E mi voleva bene nonostante tutto. Mi prendeva addirittura ad esempio per mille cose.

Coi miei figli è stato tutto diverso. Quando è nato il mio secondogenito, memore di quello che avevo passato io, ero già pronta a confortare Olli, la mia primogenita, perché non soffrisse, perché non si sentisse spodestata o privata dell’affetto mio e di suo padre. Perché l’arrivo del fratello fosse per lei meno traumatico possibile. Perché non vedesse il fratello come un intruso, una minaccia.

E invece con mia grande sorpresa lei non accusò minimamente il colpo. Non ha mai percepito quel grande cambiamento che è avvenuto nella vita di noi tutti – l’ingresso in casa di un altro bambino – come un evento che toglieva qualcosa a lei. Ha avuto – ed ha tuttora, a 5 anni –  praticamente l’atteggiamento che mia sorella aveva avuto con me. Paziente, affettuoso, accomodante. Quello che invece appena ha preso coscienza di avere una sorella è stato travolto dalla gelosia è stato proprio il mio secondogenito. Che fin da piccolissimo ha costantemente tentato di boicottare sua sorella in ogni modo, marcando il territorio con me, che al momento sono il suo genitore di riferimento e che vuole tutto per sé. E Olli, invece di reagire in maniera scomposta davanti alle provocazioni di suo fratello, dimostra una maturità che mi spiazza: se lui fa i capricci perché ha perso durante un gioco tra loro due, lei fa in modo da farlo vincere alla partita successiva. Se lui si lamenta perché la sua sorpresa dell’ovatto kinder è ‘meno bella di quella di Olli‘, lei gli regala la sua. E la cosa che più mi lascia ammirata è che fa la stessa cosa con le sue amiche: è conciliante e generosa, non è possessiva, non è gelosa delle sue cose. Non è gelosa delle persone. Olli è stata più brava di quanto lo sia stata io a elaborare l’arrivo di un fratello. Non mostra alcun timore di perdere l’affetto di nessuno, non ha alcun attaccamento viscerale agli oggetti. Questo suo modo di porsi l’aiuterà a vivere tutti i passaggi della vita, i rapporti con le cose e le persone con il giusto distacco che a me, adulta, manca tuttora.

E Bibo? da secondogenito ‘atipico’ imparerà col tempo ad apprezzare la presenza della sua saggia e serafica sorella e a non temere di perdere l’affetto di nessuno. Come l’ho imparato io. Perché con l’arrivo di un fratello, come dice la frase che devo aver letto nei Baci Perugina, l’amore si moltiplica.

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