L’insostenibile amarezza dell’essere…distratti

Sono una persona distratta. Lo sono sempre stata. Ogni tanto perdo pezzi e quando faccio mente locale, quei pezzi sono ormai andati per sempre. Per ‘pezzi’ non intendo solo oggetti, ma anche pezzi di discorso, raccomandazioni, informazioni. Dovrei fare delle liste per tenere tutto a mente ma alla fine non le faccio mai. Ogni volta mi raccomando di essere più ‘presente’ e puntualmente sbraco. Non vivo bene questo mio vivere sempre un po’ con la testa altrove: mi crea problemi, mi mette a disagio. Mi ritrovo a correre per qualcosa che avevo dimenticato e che mi è venuta in mente all’improvviso; mi ritrovo a sudare temendo di non aver spento il fuoco sotto alla pentola o di essermi dimenticata di andare a un appuntamento.

L’ultimo incidente è capitato qualche giorno fa. Pioveva, avevo appena lasciato i bambini a scuola e ho preso un taxi alzando la mano per strada, tipo Carrie Bradshaw. Mi carica un tassista anzianotto, non faccio caso al numero di radio taxi affisso all’auto, non mi preoccupo di chiedere la sigla né di farmi rilasciare una ricevuta all’arrivo. Ero in ritardo. Appena arrivata pago e scendo velocemente, per ricordarmi dopo 2 minuti di aver lasciato la borsa del computer nel taxi. Il tempo di tornare in strada e l’auto era andata. Non ho più avuto notizie di quel computer, il MIO computer, quasi un figlio: 5 anni di vita, di lavoro, di cose mie erano dentro a quella scatola sofisticata che adoravo e che se ne è andata per sempre. Per una mia distrazione, una delle tante. Non vi nascondo che questo episodio, oltre che buttarmi giù terribilmente, mi ha fatto pensare. Se posso lasciare un computer sul taxi con tanta facilità, allora posso anche dimenticare i figli in macchina. Ero avvilita. Sconfortata e avvilita.

Non avevo il coraggio di confessare la cosa a Enne, temevo un commento del tipo ‘sei la solita rinco***’ e invece la sua reazione mi ha spiazzata: percependo evidentemente il mio scoramento cosmico mi ha detto ‘dai, non fa niente, te ne regalo uno nuovo per Natale. Certo però dovremo rinunciare al week-end di Sant’Ambrogio in montagna’. 

E sia. Rinuncerò alla montagna e in compenso posterò le foto fatte in Valle Isarco uno degli scorsi week-end, col sole tiepido e il cielo terso. Con i boschi giallo ocra e i bambini felici di stare all’aria aperta tutto il giorno. Molte foto di quel week-end erano rimaste proprio sul computer che ho perso. Pazienza. 

Proposito per il nuovo anno: essere più presente a me stessa. Ma sul serio.

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