i famigerati messaggi vocali

Che fai? parli da sola?

No, sto mandando un messaggio vocale a Silvia.

Ma sono le 11 di sera! 
 
Sì, ma devo dirle una cosa importante, se non gliela comunico subito domani me la dimentico!
 
Sembri una pazza…ma contenta tu.
Sui messaggi vocali io e mio marito abbiamo opinioni diverse. Opposte, direi.
Cosa penso io? che sia un’invenzione tecnologica rivoluzionaria e geniale. Che WhatsApp l’abbia inventata proprio per quelli come me, che fanno 3 cose contemporaneamente, che odiano chiamare qualcuno e sentire dall’altra parte quella fastidiosa vocina che dice ‘il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o non raggiungibile’, così nel frattempo si dimenticano quello che volevano dire e non hanno tempo né voglia di mettersi a trafficare coi tasti dell’iphone per mandare un messaggio di testo. 
Ché poi, scusate, volete mettere a paragone la voce di una persona, le sue sfumature, il tono, con una sterile frase scritta su una tastiera, che dopo 3 secondi sei già stufo di scrivere e allora riassumi i concetti, tronchi le parole, elimini gli articoli determinativi per fare prima. No, secondo me il paragone non regge: vince la voce!
Cammino, guardo il cielo, lavoro, faccio la spesa: con una mano scelgo le mele più turgide al mercato, compro il giornale, faccio una fotocopia, e con l’altra clicco sul microfono dello smartphone e mando messaggi vocali al resto del mondo. O comunque del piccolo mondo che mi gravita attorno: amiche, mamme della scuola, fratello e sorella. Commenti, sfoghi, gossip, lamenti, comunico con chi voglio quando voglio, senza la paura di essere inopportuna o che sia il momento sbagliato; senza il timore che non ci sia campo, senza l’ansia che una telefonata tradizionale ti mette. 
7 del mattino, 3 del pomeriggio, mezzanotte: non fa differenza per noi che comunichiamo coi messaggi vocali. 
 
Mi capita spesso di fare colazione o lavarmi i denti ascoltando i messaggi della mia amica Mimma che vive in Kuwait e si sveglia 2 ore prima di me per il fuso orario diverso. Faccio i gargarismi e rispondo ai messaggi.
 
Mio marito pensa che l’utilizzo dei messaggi vocali sia una cosa tutta femminile, vagamente (anzi, tanto) infantile, parecchio idiota. Ha scoperto che esistono osservando me. Per lui WhatsApp è solo ed esclusivamente messaggi di testo: per 5 secondi ci si dedica a scrivere o a leggere un messaggio e poi si passa all’attività successiva. (Del resto non si dice che gli uomini sappiano fare solo una cosa per volta?)
L’argomento di scherno preferito di mio marito e del marito di Silvia è il nostro modo di comunicare a voce senza chiamarci quasi mai. Per loro siamo due adolescenti fuori tempo massimo. Io invece penso che siamo semplicemente delle donne multitasking.
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