La sindrome del secondogenito

Premessa: questo post verrà cancellato più o meno a Natale del 2018, quando mio figlio, ormai seienne, sarà presumibilmente in grado di leggere.

Scagli la prima pietra chi può dire di aver riservato al proprio secondogenito le stesse identiche attenzioni del primogenito (almeno nel suo primo anno di vita).
Io – come ogni madre, del resto – pur essendo una grande sostenitrice dell’uguaglianza dei figli, mi cospargo il capo di cenere e ammetto che solo dai 18 mesi in poi ho iniziato a trattarlo esattamente come sua sorella.
In passato invece, in situazioni identiche che mi si sono presentate con l’una e con l’altro figlio, ho avuto reazioni e comportamenti…un tantino diversi.  

Reazione al test di gravidanza positivo

per Olli: “ommioddio, non ci posso credere!!”. Pianti. Tachicardia. Testa nel pallone. Telefonate a mamma, sorella, fratello, zii e amici tutti. Marito che alla notizia si prende mezza giornata di ferie perché non più in grado di concentrarsi.
per Bibo: “cosa?! ma non è possibile! ho partorito solo 3 mesi fa, mica si può rimanere incinte di nuovo così presto! e ora che faccio! quando questo qui nascerà, Olli non avrà neanche iniziato a camminare!!”. Panico. Sgomento. Telefonata, allarmata, al solo marito. Il marito incassa la notizia con disinvoltura e non prende neanche un quarto d’ora di ferie.
Prima ecografia
per Olli: “senti il cuore! incredibile che si senta il cuore in un fagiolino così piccolo”. Occhi lucidi. Sguardo sognante.
per Bibo: “cavoli, speriamo di fare in fretta ché alle 14 ho una riunione e devo fiondarmi in ufficio”
Momento dell’annuncio del sesso del nascituro
per Olli: “è una femminaaaaaa! Grazie, grazie Dio per aver ascoltato le mie preghiere! Sarò madre di una femmina! Salti (lo giuro, ho fatto proprio i salti). Ancora sguardo sognante ed ebete.
per Bibo: ” è un maschio?! mmmhhh….io avrei preferito un’altra femmina, ma vabbè..mi abituerò”
Precauzioni in gravidanza
per Olli: fiumi di Amuchina per sciacquare qualsiasi cosa avesse delle foglie e fosse commestibile; prosciutto crudo e insaccati banditi per 9 mesi; bicicletta abbandonata in cortile dalla 6a settimana.
per Bibo: frutta e verdura sciacquate a stento e con la sola acqua del rubinetto; prosciutto e insaccati regolarmente inseriti nella dieta quotidiana (massì, con i controlli che ci sono oggi su frutta, verdura e insaccati….e poi i casi di Toxoplasmosi sono rarissimi, no?). Bicicletta utilizzata fino al 9° mese (per poco non sono andata in ospedale a partorire il mio secondogenito in bici). Sollevamento pesi praticamente ogni minuto, avendo una primogenita di circa 10 chili che camminava a stento.

Battesimo
per Olli: pranzo sontuoso con tutto il parentado. Torta di design. Confetti come se piovesse. Servizio fotografico degno di una rivista e poi foto stampate e debitamente raccolte in un album prezioso e ridondante ai limiti del kitsch.
per Bibo: 8 persone presenti in chiesa, compresi il battezzando e il parroco. 5 foto, un po’ sfuocate, fatte da mio fratello con la macchinetta fotografica compatta e poi cenetta frugale a casa. Non ricordo che torta abbiamo scelto.
Inserimento all’asilo
per Olli: 20 giorni di passione e partecipazione. Magone (mio e suo). Lacrime (mie) e groppo in gola alla festa di Natale, di Pasqua e di fine anno.
per Bibo: 1 settimana e via: “maestra, si fidi, il bambino è socievole, vedrà che non si renderà conto del distacco e comunque è tardi, devo tornare in ufficio”.
Primi passi
per Olli: “hai visto???? è andata da sola dal divano alla mensola!! nostra figlia CAMMINA!”
per Bibo: “ti ricordi per caso quando ha iniziato a camminare Bibo? una settimana fa o 2?
Prime parole
come sopra.

Primo dentino

Bibo ha messo il primo dentino addirittura a 3 mesi e noi abbiamo accennato un composto ‘toh! gli è già spuntato un dentino!’  Se fosse successo a Olli avremmo gridato al miracolo.

Tempo fa su Io Donna lessi un’intervista a Eva Herzigova in cui diceva di avere una sorella maggiore rimasta nella Repubblica Ceca a fare una vita normalissima. Lei, secondogenita, parlava appunto della “sindrome del secondogenito”, secondo la quale quelli nati dopo, per emergere e non farsi schiacciare dalla presenza dei fratelli più grandi devono essere più svegli e audaci e questo li aiuta ad avere anche maggiori possibilità di successo nella vita.
Io, per attenuare il vago senso di colpa che mi porto dietro, mi aggrappo alla teoria della Herzigova, che proprio una cavolata non dev’essere, se penso che Bibo ha iniziato a parlare a 9 mesi e a camminare a 12 e senza i 2 mesi di tentennamenti (e di miei mal di schiena) che ha avuto sua sorella.
Ci tengo poi a rassicurare tutti che la disparità di trattamento, col passare dei mesi si è livellata fino ad annullarsi e oggi i miei figli godono delle stesse identiche attenzioni…..non vorrei che qualcuno chiamasse il Telefono Azzurro. 

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7 Discussion to this post

  1. Eleonora ha detto:

    Stessa identica cosa… Anch’io ne ho due: Virginia di 4 anni e Bianca di 2.. È inevitabile, penso, succeda così!!

    Ps: io sono quasi andata a partorire in bicipite con la prima!!!

    • Eleonora ha detto:

      Bicicletta, volevo scrivere… W il t9

    • Emme ha detto:

      Ah…fiuuu…meno male che non sono la sola ad aver vissuto queste esperienze…ogni tanto mi sento una tale madre sconsiderata. Mi dispiace però che, inevitabilmente, coi secondi siamo state più frettolose e meno empatiche…

  2. ilaria ha detto:

    Stesse cose…il che mi conforta moltissimo.credevo di essere una madre degenere 😉

  3. Drusilla ha detto:

    Mi hai fatto troppo ridere!!!
    È vero, per il secondogenito siamo meno attente ed entusiaste soprattutto per chi li ha avuti molto ravvicinati come noi. Però confesso che la seconda gravidanza, come il secondo parto e la gestione del secondogenito i primi mesi è stata più bella perché consapevole e razionale, almeno per me che avevo scelto di avere un secondo figlio a poca distanza del primo.
    Io confesso di non aver mai sterilizzato nulla e di essere stata molto wild con entrambe!

    • Emme ha detto:

      Sì, verissimo….anche io col secondo sono stata decisamente più rilassata. Ricordo che una notte avevo Olli di pochi mesi che non la smetteva di piangere. io e marito ci siamo fiondati al pronto soccorso temendo chissà quale morbo. I dottori se la ridevano e il loro sguardo diceva ‘ecco un’altra coppia alle prime armi’. Olli ovviamente non aveva nulla.

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