Libri per un inizio estate luminoso

Quali libri leggere a giugno?…vi lascio qualche suggestione luminosa per accompagnarvi in questo inizio di estate. Buona lettura!

Se è vero che la mia passione per i libri è spesso aperta ad accogliere le più disparate sollecitazioni, spesso magari lontane dagli autori tradizionali, c’è  comunque un ma. E quel ma sono quegli scrittori davanti ai quali mi mancano le forze e posso solo cedere, non svenendo (ops) ma diffondendo il loro verbo senza aggiungere altro. È successo ancora con “Lezioni” di Ian McEwan (edito da Einaudi), un romanzo talmente straordinario che vi invito a leggere per non rubarvi, con qualche vagabonda anticipazione, il piacere.

Piacere della lettura che invece prosegue con Gaia Manzini e il suo “La via delle sorelle” (Bompiani), un romanzo ibrido in cui l’autobiografia dell’autrice indagata con la lente dell’amicizia si unisce al ricordo di quelle amiche famose – e geniali- che hanno fatto la storia, e la loro storia, con la forza del loro legame. Scorrono piacevolmente pagine dense di incursioni in un universo che, a tratti, appare magico e dove senza soluzione di continuità le vicende personali della Manzini si specchiano in quelle più blasonate, ma non per questo più incisive, delle coppie di amiche letterarie. È un contrappunto ricco di declinazioni e di spunti colti, reso vividissimo da una scrittura frizzante e circolare in cui non mancano citazioni e rimandi.

Se già l’amate, potete immaginare che cosa mi appresterò a dire; se, al contrario, ancora non lo conoscete, il mio consiglio è di recuperare immediatamente, magari cominciando con l’ultimissimo “Che cosa fa la gente tutto il giorno?” che Adelphi ha appena mandato in libreria. Sto parlando di Peter Cameron, lo scrittore americano davanti al quale ogni definizione scompare (sì, sono di parte) perché, semplicemente, non ne ha bisogno. Innanzitutto, per una cosa ovvia, Cameron sa scrivere. Succede che, davanti alle sue pagine, mi prenda una voglia irresistibile di leggere a voce alta per la perfezione della sua prosa e per la geniale costruzione dei suoi dialoghi. E i personaggi, che dire dei suoi personaggi? La sua mano santa lo rende il burattinaio perfetto nell’orchestrare personalità differenti che si incontrano e si scontrano, che cercano il senso della vita e poi si soffermano sulle banalità del quotidiano, in un’indagine che rifugge gli aulicismi e consegna piccoli acquerelli di vita assolutamente irresistibili. E sì, perché sono i racconti a costituire il cuore di un libro che non deluderà le aspettative costruendo una ragnatela di fascinazioni colte e ricche di umanità con le quali fare i conti anche a lettura terminata. Del resto, succede sempre così con Cameron e con la sua scrittura che magicamente prende vita e continua a fare compagnia anche a libro chiuso…

Si fanno compagnia anche i tanti personaggi che animano “Café Royal” (Einaudi) di Marco Balzano assecondando la magia di una coralità diffusa e suadente che ha il suo centro ideale nel locale milanese che dà il nome al libro. C’è l’eco del lockdown ma soprattutto c’è tanto amore, sfacciato ma anche discreto, nelle vicende che si rincorrono legandosi a uno spaccato di umanità pulsante e vera e di una normalità- persa, ritrovata, sfilacciata- che è quella poi a cui ognuno ambisce. Un intreccio sapiente condito da una scrittura veloce che si fa amare senza strillare troppo.

Chi si ama senza compromessi invece è Inès Cagnati che nel suo “Giorno di Vacanza” (edito da Adelphi) costruisce un dramma di miseria infantile alla sua maniera, onirica e apparentemente lontana dal mondo, e lo affida al lungo monologo di una voce bambina che parla con un’innocenza primitiva e a tratti surreale dalla quale è difficile sbrigliarsi. “Ogni volta che mi veniva voglia di andarmene c’erano sempre la notte e la nebbia. Quindi non me ne sono mai potuta andare”. Galla ha il cuore che batte molto e una bicicletta incrostata di fango come la vita limacciosa da cui proviene, insieme sensuale e respingente, e che si muove sullo sfondo di una Francia arcaica e misera. Dall’universo ristretto di stagni e paludi in cui vive con la famiglia – la madre adorata, la nidiata di sorelline, il padre ombroso- la bambina si allontana per studiare in città al collegio delle monache per poi fare ritorno. Ogni volta. Un tragitto che, come una preghiera, si ripete, quasi, sempre uguale a sé stesso. Quasi, appunto. Perché nel momento in cui le parole di Galla si soffermano su dettagli man mano più inquietanti, la partitura cambia registro e i margini si restringono. Altro? Vi invito a leggerlo per scoprire…

Sorridere e pensare molto in quello che, a mio avviso, è il libro in cui Guia Soncini ritrova quello smalto irresistibile che rende un piacere poterla leggere. Lo fa in “Questi sono i 50” (edito da Marsilio), uno spassoso ibrido, un po’ pamphlet, un po’ memoir, ma soprattutto un po’ concentrato di quella soncinitudine irresistibile che già dal titolo – in cui riecheggia una presa di posizione bellicosa, quasi spartana – lascia spazio a pochi dubbi. E di fatto è così. Una sequela di rapide verità, snocciolate capitolo dopo capitolo, diventano il concentrato luminoso di una visione estremamente condivisibile e decisamente inconfutabile. Uno slalom semiserio in cui c’è spazio anche per il colto parco giochi dell’autrice – con tracce di Arbasino, Guccini, De Beauvoir, Paglia etc – e per una serie di meravigliose certezze.

Ursula Beretta

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