I famigerati compiti delle vacanze

Anche queste vacanze di Natale sono state puntualmente funestate dallo spauracchio dei…COMPITI DELLE VACANZE.

Non fraintendetemi, però: io sono un fiero membro del team ‘viva i compiti delle vacanze’ perché, come dicevo qualche giorno fa su Instagram, se non ci fossero loro i miei figli regredirebbero in pochi giorni allo stato di semi-analfabetismo, per tornare a scuola riposati…e ignoranti. Quei due hanno un’abilità a disimparare che sembra lo facciano apposta! e sembra lo facciano apposta per irritare me, che sono un po’ ‘maestrina dalla penna rossa’ e appena vedo uno strafalcione o sento il ritmo della lettura rallentare tragicamente mi agito.

E mi incavolo! con quelle capre dei miei figli.

Il problema non sono i compiti in sé che, appunto, ben vengano per tenere in allenamento i giovani ed elastici cervelli dei miei bambini, quanto il riuscire mettere gli stessi bambini col sedere sulla sedia per un’oretta, convincerli a mollare giochi e distrazioni varie e a concentrarsi su una qualsivoglia lettura, tabellina del 9 o esercizio di analisi grammaticale. Il vero sforzo, in sostanza, lo faccio io.

Riuscire a portare a termine il programma indicato dai maestri diventa la mia missione, che necessita di una notevole dose di disciplina e organizzazione (di cui io notoriamente scarseggio): si calcolano i giorni a disposizione e ogni giorno si avanza di un pochino, in modo da arrivare alla fine delle vacanze coi compiti fatti senza lasciare accumuli impossibili, da recuperare gli ultimi 2 giorni. E questo vale per le vacanze estive e quelle invernali.

E quindi vacanze dopo vacanze raccolgo tutto il rigore di cui sono capace e cerco di portare a casa l’obiettivo: libri letti, quaderni riempiti, tabelline ripassate. E quando i miei figli tornano a scuola alzo finalmente al cielo il mio trofeo immaginario.

Sono un po’ come il preparatore atletico degli sportivi. Se vince l’atleta, vince un po’ anche lui. E se io riesco a domare un’ora al giorno per ogni giorno di vacanza l’esuberanza dei miei figli e la loro voglia di oziare per riuscire a fargli fare tutti i compiti che hanno, in fondo sono una grande anch’io. O no?

 

 

 

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