Per fare un tavolo

‘Per fare un tavolo, ci vuole il legno’ intonava una delle canzoni per bambini più belle degli anni ’70, gli anni della mia infanzia.

E per fare un bambino? ci vogliono due genitori che si vogliono molto bene e che vogliono che quel bene porti un frutto in carne e ossa. Ma non basta. Ci vuole un pizzico di incoscienza. Solo un pizzico, però. In realtà ci vogliono due genitori, diciamo così, consapevolmente incoscienti. Consapevoli soprattutto che un figlio è un bell’impegno che andrà a coinvolgere tutti e due. Perché fare un bambino solo perché idealmente è appagante e romantico o per raggiungere un obiettivo, per non sentirsi strani, per dare una svolta a un rapporto incerto, perché anche i divi di Hollywood sfornano figli e sembra tutto facile, sarebbe una grande ingenuità che può ritorcersi come un boomerang contro chi la commette. Per fare un figlio è consigliabile avere i piedi ben piantati a terra ed essere disposti a condividere oneri e onori, a lavorare duro, a sporcarsi le mani e non solo in senso figurato (vedi alla voce pappa, cacca). Punto e basta. Se io gli do il latte, tu lavi e sterilizzi il biberon, se io lo cambio tu lo fai addormentare. Se io sono a pezzi perché non dormo da 3 giorni, tu svuoti la lavastoviglie e mi prepari anche un bagno caldo. Se io ho da lavorare, tu vai a parlare con gli insegnanti. E’ così che funziona. E’ così che le coppie che hanno un figlio, poi magari un altro e forse un altro ancora, sopravvivono e si evolvono senza che nessuno resti indietro. Le mamme che fanno tutto, quelle che si vantano addirittura di essere control freak escludendo deliberatamente i propri compagni dai doveri familiari ‘perché tanto non sarebbero in grado’ danno agli uomini solo un alibi per chiamarsi fuori e farsi rivedere quando i figli sono all’università; i padri che latitano con la scusa del lavoro che li assorbe troppo non vanno più di moda, sono terribilmente anni ’70. E gli anni ’70 sono cool solo nel film I Tenenbaum, sono di moda solo nella collezione PE16 di Gucci.

Le nuove tendenze, in fatto di genitorialità, parlano di papà che dopo il lavoro tornano a casa, si infilano la tuta e aiutano i figli a lavarsi i denti, se li coccolano e li mettono anche in pigiama; di mamme che sanno delegare senza sentirsi in colpa; di papà e di mamme che sanno ancora divertirsi insieme, senza che il ruolo di genitori li appiattisca completamente rendendoli noiosi e monotematici. E che possono farlo proprio perché il lavoro, tutto il lavoro coi figli e sui figli, lo fanno insieme.

Per fare un tavolo ci vuole il legno,

per fare il legno ci vuole l’albero,

per fare l’albero ci vuole il seme,

per fare il seme ci vuole il frutto,

per fare il frutto ci vuole un fiore.

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