24 ore a Parigi…senza figli

Se c’è una cosa di cui sono grata ai miei 15 anni nella moda sono le amicizie che il mio lavoro mi ha regalato. Se guardo la mia vita adesso, tante delle persone più importanti che ho attorno le ho conosciute grazie al mio lavoro. Una è diventata la mia testimone di nozze, un’altra la vedo quasi ogni week-end e le nostre figlie sono nella stessa classe e si considerano BFF, e potrei andare avanti e farvi altri 10 esempi. Quelle persone hanno contribuito a rendere memorabili e leggeri anni frenetici e non sempre facili. Grazie al rapporto con esse ho visto la mia vita privata fondersi con la vita professionale in un’osmosi armonica che non si crea facilmente e ho accumulato ricordi che mi fanno sorridere ogni volta che li rispolvero. Alcune vivono all’estero e perdersi di vista, con l’evolversi delle rispettive vite, è stato fisiologico. Il tempo e la distanza però, non ci hanno mai allontanati del tutto. L’affetto, l’intenzione di restare in contatto hanno sempre prevalso. I social, poi, hanno fatto il resto. 

Quest’estate, una volta avuta la certezza che mia madre sarebbe venuta a Milano per aiutarmi nell’inserimento di Bibo alla scuola materna, ho comprato 2 biglietti per Parigi per metà settembre: il mio regalo di compleanno a Enne. Partenza all’alba di sabato e ritorno domenica pomeriggio. Una fuga di una manciata di ore, per stare da soli senza sentirsi troppo in colpa per aver lasciato la nonna in balia dei nipoti, per festeggiare il compleanno in un bel posto e per rivedere una di quelle persone di cui parlavo, conosciuta 10 anni fa durante uno dei miei viaggi di lavoro a Parigi e mai più persa. L’avevo vista l’ultima volta 6 anni fa: lei era felice, aveva appena avuto 2 gemelli, io ero in compagnia del mio ex e ancora in una fase sentimentale inquieta, tormentata. Ecco, desideravo tanto rivederla ora che ero finalmente pacificata e serena, senza ma e senza se. Volevo presentarle Enne, rivedere i bambini ormai cresciuti e suo marito, a cui 20 anni a Parigi non hanno scalfito di un millimetro il suo accento romano marcatissimo ed esilarante. Mi piace che Enne entri in qualche modo nella mia vita passata di cui lui non ha fatto parte, mi piace che ci entri conoscendo le persone speciali con cui ho condiviso tanto; mi piace rivedere con lui luoghi che ho amato quando lui non c’era ancora. Parigi ci ha accolti con una pioggia torrenziale che non ci ha mai dato tregua. Girarla a piedi era complicato ma questa volta l’obiettivo non era tanto fare i turisti quanto trascorrere qualche ora con V. e la sua famiglia rimettendoci al pari con gli eventi accaduti a ognuna negli ultimi anni; andare insieme in macchina a mangiare un gelato da Il gelato del marchese, la gelateria più chic di Parigi, aperta dai miei amici a Saint Germain des Prés, infilarsi bagnati fradici al Palais de Tokyo aspettando che spiovesse, fare una cena modaiola al Costes senza guardare l’orologio, svegliarsi tardi la domenica, un lusso che raramente io e Enne possiamo concederci, entrare nel Disney store sugli Champs Élysées (e pensare che giuravo che non avrei mai messo piede in un posto del genere) e uscirne carichi di giochi per i bambini, mangiare frutti di mare in un bar à huitres dietro Place des Vosges e….guardare da una finestra Parigi sotto la pioggia. Parigi Momsabouttown

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