Elogio della solitudine

Avete presente, quando siete a dieta, le fantasie che provoca una fetta di torta? tutta la settimana a calcolare calorie, a bilanciare carboidrati, proteine e grassi, a stringere i denti rigorose sognando domenica, quando potrete finalmente rilassarvi e addentare quella torta senza sensi di colpa, pervase da un senso di appagamento inebriante. Per poi riprendere la dieta lunedì.
Quando diventi moglie e madre una sensazione simile la provi quando, a un certo punto della giornata, della settimana, del mese, riesci a stare da sola.

La confusione, le voci che si sovrappongono, le urla, le risate, le chiacchiere e le discussioni con bambini e marito mi riempiono la vita e non ci rinuncerei mai più. Ogni giorno mi tappo il naso e mi tuffo a bomba nel nostro caos quotidiano: gioisco, mi arrabbio, consolo, urlo, sto dietro a tutti. Eppure è proprio in quei momenti di pensieri che si accavallano, di azioni automatiche e rumore costante, che do un valore incommensurabile alla prospettiva di un po’ di sana solitudine. La desidero e la sogno come quella fetta di torta di cui dicevo.
Il mio agognato momento di solitudine arriva tutti i lunedì sera, quando Enne va a giocare a calcetto. Faccio proprio il conto alla rovescia, non mi vergogno a dirlo. Complice il fatto che i miei figli vanno a nanna presto, alle 8.30pm mi ritrovo da sola, nel silenzio più completo, per ben 2 ore.
Tutto magicamente rallenta. Per quanto sia stata faticosa la giornata appena trascorsa, mi sale un’energia inattesa, sono pronta a fare tutte le cose che mi sono impossibili nel 95% del mio tempo, a volte tutte insieme: guardare uno di quei telefilm ad alto tasso di pathos, di quelli che non puoi guardare col tuo compagno a fianco; andare avanti col mio libro del momento; dipingermi le unghie; scrivere sul blog; mangiare gallette di riso e formaggio accovacciata sul divano come facevo quando ero single; sorseggiarmi un bicchiere di vino ascoltando la musica.
Il tempo vola e in men che non si dica sento le chiavi nella serratura: l’incantesimo si rompe. Fino al lunedì successivo.

 

 
 
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4 Discussion to this post

  1. Valentina ha detto:

    Io sono più fortunata Em, il maritozzo mi parte spesso e quindi ho più giorni di solitudine (non cent'anni ma più o meno…): Sex & the city come se piovesse a Novembre, pizza ingurgitata stesa sul divano rischio morte per asfissia, con birrozzo poggiato sul tappeto (se maritozzo leggesse gli prenderebbe un colpo immediato), sigaretta fumata alla finestra per non perdere neanche una

  2. Invece per me quella che era un difetto da fidanzati è diventata una virtù da genitori. Eh si perchè avere marito e figlia che vanno a letto alla stessa ora ha i suoi indubbi vantaggi. Leggo quello che voglio, guardo tv, mi perdo nei miei pensieri magari guardando tutta la città illuminata dal mio 14 piano. E mi godo il rumore più bello che ci sia: il silenzio!

  3. Valentina ha detto:

    Em 2 – non uso i nomi veri, mi sento molto KGB – dopo aver letto il tuo post sul "casinismo" degli anni universitari e non, mi ti scopro pure intimista! Comunque vengo in Kuwait solo per fare una lezione di Zumba con te ho deciso, #sapevatelo

  4. […] che esalta lo stare insieme, la famiglia intorno al focolare, eppure io ho apprezzato molto questo post di Moms About Town. Certi momenti, dopo la confusione continua del giorno, apprezzo molto un […]

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