La vita dentro

C’è una grazia infinita nei racconti di Edwige Danticat, “La vita dentro”, edito da Sem, che insieme costruiscono un quadro in movimento di una terra bizzarra e lontana, Haiti, con le sue tragedie e la sua storia ingombrante che fanno da contraltare alla sua caratteristica bellezza da cartolina.

Una grazia e una delicatezza che raramente si trovano in una scrittrice contemporanea (e poco conosciuta in Italia) che ha saputo tratteggiare, in otto storie, la complessità del vivere, soprattutto al femminile, sotto l’ombra ingombrante di un’isola che è insieme madre amorosa e tiranna da cui fuggire.

Ma che resta sempre, inevitabilmente, nel cuore.

Perché si torna sempre li, ai parenti dimenticati, a pezzi di famiglia lasciati languire, al ricordo di eventi catastrofici causati tanto dalla mano dell’essere umano quanto da quella della natura, in cui le sorti magnifiche e progressive sembrano sempre faticosamente interrotte per poi riprendersi grazie all’indefessa passione degli uomini e soprattutto delle donne che vivono in quella terra o che da lì vengono, e che ancora la portano addosso.

Ecco, allora, personaggi che non si sottraggono alla fatica del vivere ma ci si prestano, appunto, con grazia, e sembra, immaginandoli, che conservino un abbozzo di sorriso malinconico ad accompagnare la lettura, come una melodia sussurrata, dietro fantasmi di un passato che torna sempre a fare visita.

Amore e perdita, spesso leggero rimpianto: l’umanità degli “expat” e di chi è riuscito a integrarsi negli Stati Uniti – in un ideale filo che unisce New York, Little Haiti (il quartiere haitiano di Miami) e Port au Prince- esplode in esperienze di vita quotidiana, la cui tragicità di base è smorzata proprio da un atteggiamento fiero e di profondo attaccamento alla vita e alle proprie origini.

La scrittura di Edwidge Danticat accompagna questa sorta di diaspora haitiana in maniera delicata, lasciando che siano le storie e i personaggi a parlare, come se emergessero direttamente dalle pagine, con un’intensità emotiva che spiazza e che cattura.

Perché sono racconti magnetici e completi, pur nella loro brevità, da esplorare seguendo le diverse voci che ne compongono la struttura tra amori e amicizie, dolori e abbandoni, lutti e desideri, e, soprattutto, una grande voglia di non lasciare mano libera al destino, ma di guidarlo anche correndo il rischio di farsi sopraffare.

Dagli amanti che si ritrovano dopo un terribile cataclisma a un altruismo solidale che porta a cambiare il percorso di un’intera esistenza; da feste che riuniscono persone lontane da anni ad altre che rivelano tare famigliari che si vorrebbero dimenticare, passando per gli affetti traditi e barattati per soldi fino al bilancio finale in punto di morte: sono tutte vicende comuni, con il loro carico di dispiacere e di gioia, che rendono “La Vita dentro” un libro davvero indimenticabile.

Testo di Ursula Beretta

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