“non è un paese per grasse”

Accade che due settimane dopo aver dato alla luce Bibo, una mattina grigia e fredda, dopo aver dormito forse 4 ore, ovviamente interrotte da pianti, rutti e rigurgiti, nervosa e depressa, blaterando un “ma chi me l’ha fatto fare, stavamo così bene in tre”, decido di pesarmi. Così, tanto per vedere a che punto ero del processo di alleggerimento dalla zavorra residua. Guardo giù, metto a fuoco la cifra che appare sul display della bilancia e, ommioddio, leggo 53! Sì, era proprio un 53!
Cerco di ricordarmi quando è stata l’ultima volta che ho pesato 53 Kg e mi viene in mente che forse fu un’estate di circa 6 anni fa, quando me ne andai ai Caraibi con Olga e Alessandra per distrarmi da una delusione sentimentale. Ok, non sono mai stata in carne ma, dopo quel (almeno fisicamente) momento magico, ho sempre avuto addosso quel paio di chiletti che mi hanno fatto abbandonare in fondo all’armadio qualche jeans che non riuscivo a mettere più perché tirava sui fianchi.


Ma torniamo ai giorni nostri. Vengo attraversata da un’ondata di improvviso ottimismo, il mondo mi sorride di nuovo e sono di nuovo felice di aver fatto due bambini.
Ecco, ritrovare la me stessa di un tempo è stato come ritrovare una vecchia amica che non vedevi da un po’: una bella sorpresa. Mi guardavo allo specchio e mi dicevo “hei, bentornata! da quanto tempo…!”.
Ancora incredula decido di fare la prova del nove della reale magrezza: recupero dall’armadio un paio di Seven taglia 25, uno dei pezzi di cui parlavo sopra e me li infilo senza sforzo, inebriata dal fatto che quel sedere che spuntava dai Seven taglia 25 era proprio il mio!
Un senso di euforia si impossessa di me e, quasi in trance, decido di andare a fare shopping.
Leggera come una farfalla che si è liberata dal bozzolo mi infilo volteggiando da Zara, così – mi dico in un lampo di lucidità – limito i danni di uno shopping compulsivo di cui potrei pentirmi in seguito, dato che non sono propriamente in me in questo momento. Individuo un paio di leggings di pelle morbidissima, belli quasi quanto quelli che avevo visto da Dsquared qualche tempo prima. Mi provo la S e mi rendo conto che fa le grinze: è larga! Corro a cercare una XS e scopro che è esaurita. E qui arrivo al punto introdotto dal mio lunghissimo preambolo: Milano è la città delle magre e Zara ne è il metro…o la bilancia. Se vai da Zara a Milano nel periodo dei saldi e cerchi una taglia che vada dalla 42 in giù puoi stare certa che non la troverai. Nel resto d’Italia è esattamente il contrario: le taglie che avanzano ai saldi sono dalla M in su. Fate la prova e poi ditemi se non ho ragione.
In questa città se pesi più di Kg. 55 (e non superi il metro e 70) non sei minimamente presa in considerazione. Non parliamo poi di quando esci da una gravidanza: se non recuperi il peso-forma ti guardano con aria pietosa e severa, come a dire “poverina, non ce l’ha fatta”. Credo che in questa città si consumi più Coca Light e insalata che nel resto d’Italia. Ma ovviamente, questo discorso riguarda solo le donne, vittime di questa guerra con sé stesse e con lo specchio, perché il terrore di andare all’asilo e incontrare le altre mamme più magre di noi è sempre in agguato!
Morale della storia: esco da Zara a mani vuote ma torno a casa con uno dei miei “tesori”, un abito vintage anni ’40 scovato in un negozietto vintage in via San Maurilio.
Taglia 40, naturalmente.

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  1. mammeneldeserto ha detto:

    Raccontavo questa cosa proprio a Drusilla l'altro giorno, come per voi magre i saldi nn fossero un affare, per me donna normale che oscilla tra una tg 42 e 44 ho sempre trovato cose bellissime… almeno qualcosa di bello c'è!!!

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