Quello che si salva

Silvia Celani ha scritto un libro delizioso.

“Quello che si salva” (pubblicato da Garzanti) ha un’atmosfera da fiaba antica, quella capacità che solo alcune penne fortunate hanno di trattare eventi drammatici con una delicatezza atavica, che non risparmia l’orrore, certamente, ma che riesce a trovarne un antidoto valido nella forza dei legami, in sentimenti autentici, in rapporti che, nonostante tutto, riescono a fiorire e a far cambiare, realmente, le prospettive.

Il risultato è un racconto fortemente emotivo che, dagli anni della Resistenza, arriva ai tempi attuali intrecciando la storia di Giulia e di Flavia, due donne tanto diverse tra di loro quanto unite, tratteggiando con una scrittura pacata e avvolgente vicende terribili e tristemente note accanto a drammi famigliari più intimi.

Le vite delle protagoniste si intrecciano nel tempo presente e si sviluppano su due piani temporali agli opposti che uniscono magistralmente i chiaroscuri della Resistenza e le chimere dolci della contemporaneità nella figura di Flavia, capace di attraversare l’orrore della seconda guerra mondiale e dell’occupazione nazista a Roma trovandosi in prima linea con una pistola tra le mani per assecondare quegli ideali di libertà e di coraggio necessari, quanto mai vitali. In mezzo c’è spazio – risicato – sia per un grande amore, quel Leo compagno di lotta e guida preziosa per districarsi tra bombe e rastrellamenti, che per un bagaglio ordinato di dolori e di disperazione con il quale affrontare la vita e cercare di risolvere gli enigmi del passato.

Ma per tornare indietro ci vuole coraggio, certo, e anche una complice di livello, quella Giulia cresciuta da Flavia, una giovane donna con molti fantasmi e vittima di un destino spesso più ingombrante di lei, che diventa compagna di un percorso affascinante a ritroso nel tempo che avrà nella ricerca di un oggetto importante, perduto e poi forse ritrovato, il suo ritmo.

Tornare. Tornare è un verbo strano. È un verbo che prevede un movimento a ritroso. Una curva. Un ripensamento. Tornare è una scelta. Tornare è un atto di fede, di puro amore. Torna solo chi ha lasciato altrove un pezzo di sé. Chi si è stancato di camminare nel mondo, vivendo a metà. Ma bisogna credere di meritarselo, un ritorno.

“Quello che si salva” è un affresco al femminile che porta ancora una volta in primo piano la forza pura delle donne, tratteggiata con una scrittura luminosa, che non indugia su facili luoghi comuni ma che, flirtando con il tempo, si interseca con questo in maniera delicata arrivando direttamente al cuore. Un romanzo sussurrato e forte, che punta su emozioni sane per suscitare quelle reazioni che spesso possono diventare un punto di svolta, nella finzione tanto quanto nella realtà.

Abbiamo una vita sola per essere ciò che vogliamo.”

 

Testo di Ursula Beretta

 

 

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