Yoga e bimbi

Mi sono chiesta se esiste un modo per bilanciare quell’attitudine, ormai comune tra i nostri bambini, ad essere sempre ‘sul pezzo’, iper-connessi, sollecitati e distratti da mille cose e mai veramente concentrati sul proprio benessere psico-fisico. Documentandomi un po’ sono arrivata alla conclusione che forse un modo c’è ed è la pratica dello yoga. Mi sono rivolta a una vera guru, un’autorità in materia di yoga come strumento pedagogico: Clemi Tedeschi, fondatrice dell’Associazione Italiana Pedagogia Yoga e autrice di ‘Piccolo Yoga’. A lei ho chiesto – da profana quale sono – di partire dall’inizio, spiegandomi prima di tutto che cos’è lo yoga, qual è la differenza tra le varie pratiche della disciplina e quali sono quelle più adatte ai bambini.

C.T.: ‘Yoga deriva dal sanscrito yug che significa giogo e in senso lato unione. Fa riferimento a un patrimonio culturale e spirituale antico, ricco e complesso, poichè è nato in un paese – l’India – in cui religioni e popoli diversi coesistono e si contaminano da millenni. La disciplina si è sviluppata accogliendo varie influenze e assumendo varie forme. Nell’incontro con l’Occidente la pratica si è adattata al contesto culturale subendo colorazioni, perfino denominazioni nuove, e confluendo in diverse scuole: alcune rispettose dell’essenza della disciplina e altre meno. Perciò è necessario interrogarsi su qual è il senso originale della pratica per comprenderne il senso oggi, qui. Nasce come risposta esistenziale, come via di salvezza. E’ il cammino dell’uomo che cerca di superare i propri limiti e congiungersi con il divino. Pur nelle diverse forme e nelle diverse scuole lo Yoga mantiene ancora oggi la sua caratteristica di pratica esperienziale che, partendo dalla dimensione corporea, investe tutte le componenti della persona. Semplificando molto, individuo una distinzione principale tra le scuole tradizionali indù e le scuole di tradizione tantrica. Nelle scuole tradizionali ispirate ai Veda (antichi testi sacri) prevale la componente meditativa, ascetica; il mondo fenomenico viene considerato un’illusione e la pratica fisica è ridotta. Nelle scuole ispirate al Tantrismo[1] il mondo e il suo divenire non solo sono reali, ma considerati positivamente come manifestazione divina, prodotto dell’incontenibile gioia del Signore che trabocca per libero diletto nelle forme dell’essere” (Marilia Albanese). Nella visione tantrica tutto è sacro o può essere reso tale. La rivalutazione del mondo fisico si manifesta nell’importanza che viene attribuita al corpo, anch’esso sacralizzato, considerato punto d’incontro di tutti i piani dell’esistenza umana e sede privilegiata della pratica yoga.

Perché, in generale, lo yoga fa bene ai bambini?

La forma di yoga tantrico più conosciuta è l’hatha yoga e le attività che propongo ai bambini si rifanno ad esso, perché ritengo che siano più adatte a valorizzare la dimensione corporea e la relazione con il mondo, così importanti in fase di sviluppo e in particolare per queste generazioni sempre più immerse in realtà virtuali. L’insieme delle tecniche di hatha yoga può comprendere: tecniche di purificazione, controllo costante della mente e del corpo, esercitato mediante posizioni, sequenze di posizioni, controllo del respiro, esercizi di concentrazione e meditazione. A parte le tecniche di purificazione tutte le altre sono proponibili ai bambini se adattate per linguaggio e modalità di presentazione.

I bambini di oggi hanno poco spazio per esprimere il loro potenziale creativo, soddisfare il bisogno di esplorare, di meravigliarsi e fare scoperte autonomamente. Le nuove tecnologie di cui i bambini oggi sono consumatori abituali, da un lato forniscono loro una grande quantità di input, dall’altra li allontanano sempre più dalla dimensione corporea e dai ritmi naturali, producendo difficoltà ad ascoltare e ad ascoltarsi, concentrarsi e tollerare la frustrazione: nella realtà virtuale tutto è più facile e veloce.

Lo yoga dà grande spazio all’esperienza propriocettiva conferendo grandi vantaggi all’apprendimento e l’apprendimento con il corpo, a sua volta, è favorito dal gioco e da un approccio rilassante. Ma c’è di più…nel laboratorio yoga si lascia al bambino la possibilità di esprimersi senza essere giudicato. Si accolgono la sua curiosità e la capacità innata di meravigliarsi. Il clima rilassato favorisce l’amicizia e il rispetto, valori fondamentali che si imparano a questa età e che condizionano tutta la vita.

Le tecniche tradizionali, adattate ai bambini, li aiutano a misurarsi con se stessi, a concentrarsi, riconoscere e gestire le emozioni e coinvolgono tutti gli aspetti della persona: fisico, mentale ed emotivo. Grazie a un training psicofisico intenso e coinvolgente si produce uno stato di benessere e di calma che è il preludio di una fase rivolta all’interiorità. 

Quali sono i benefici fisici e terapeutici?

La pratica yoga nella fase evolutiva produce molti benefici, i più importanti sono:

  • Il rinforzo dello schema corporeo[2] : La lentezza dei movimenti aumenta l’attenzione agli stimoli propriocettivi; migliora la conoscenza di come avviene il movimento nello spazio e la coordinazione.
  • La prevenzione di vizi posturali: La pratica di posture, tenute anche per pochi respiri, migliora la consapevolezza del corpo nella dimensione spaziale; i difetti di postura sono tenuti sotto controllo e corretti.
  • Sviluppo equilibrato di forza ed elasticità: le sequenze dinamiche di posizioni agiscono alternativamente su muscoli complementari, con contrazioni e rilasci che proteggono le articolazioni, rendono i movimenti più ampi e fluidi e allo stesso tempo conferiscono stabilità. Nella fase di sviluppo non è bene proporre aperture eccessive.
  • Gli asana e i giochi di respiro migliorano la circolazione sanguigna, il livello di energia, la funzionalità intestinale, la capacità respiratoria e rinforzano il sistema immunitario. Ho riscontrato miglioramenti sorprendenti in bambini affetti da artrite reumatoide e asma.

E i benefici psichici e relazionali?

  • I bambini imparano come usare la respirazione per fronteggiare le emozioni negative, lo stress e l’ansia
  • Le tecniche di concentrazione e di rilassamento con visualizzazioni positive fanno sperimentare momenti di calma e serenità, producendo progressivamente maggior autostima.
  • Attraverso i giochi si promuovono i valori della cooperazione, della condivisione e dell’amicizia: ciò produce sicurezza (non sono solo: c’è una rete di supporto intorno a me).
  • La pratica di asana, i giochi con regole inclusive e il dialogo riflessivo sviluppano autocontrollo e disciplina che conferiscono forza interiore e chiarezza.
  • Aumenta l’equilibrio con profonde ripercussioni psicologiche: stabilità emotiva e maggiore sicurezza di sé.
  • Migliora l’organizzazione spazio-temporale e ciò influisce positivamente sull’apprendimento scolastico.
  • La pratica di asana, il respiro consapevole e il rilassamento producono un effetto distensivo ed equilibrante sul sistema nervoso vegetativo: ciò favorisce la capacità di attenzione, concentrazione e ritenzione delle informazioni.
  • Grazie alle istruzioni ripetute lentamente, alle canzoncine, alla riproduzione di suoni naturali, ai momenti ben regolati di dialogo profondo si acquisisce una maggiore padronanza del linguaggio.
  • L’armonizzazione del tono muscolare e la canalizzazione dell’energia favoriscono il superamento di aggressivitá ed apatia, legati rispettivamente a ipertensione e a ipotensione muscolare
  • Attraverso il clima giocoso e l’assenza di competizione si favoriscono il rispetto e l’ascolto reciproco migliora la capacità di superare le frustrazioni (capacità di resilienza)
  • Potersi confrontare, condividere con gli altri esperienze e riflessioni aiuta a conoscere meglio se stessi.

Alcuni risultati sono immediati. Tutti producono un’onda positiva che investe l’apprendimento, le relazioni e la vita quotidiana e, a lungo termine, influisce sul carattere.

A che età si può iniziare?

Aipy propone nei suoi corsi un tipo di laboratorio che ben si inserisce nel contesto scolastico e che si differenzia nelle varie fasi dello sviluppo. Per queste caratteristiche, e per rivolgersi a gruppi significativi, l’età ideale è tre anni: età in cui gradualmente si passa da una fase di egocentrismo e dipendenza dai genitori a una fase di maggior socialità e autonomia. La pratica yoga può sostenere il piccolo allievo in questa fase e accompagnarlo in tutti gli stadi successivi.

Com’è nato il suo libro ‘Piccolo Yoga’?

Desideravo portare nella scuola quel patrimonio di conoscenza e di benessere psicofisico che si chiama Yoga e in qualche misura l’ho fatto, “occultandone” il nome in attività varie, già a partire dalla fine degli anni ’80: i tempi non erano maturi per un inserimento ufficiale. Nei programmi scolastici non c’era uno spazio specifico per l’insegnamento dello yoga. Perciò per anni ho sperimentato approcci parziali (solo rilassamento o solo sequenze di posizioni), all’interno di progetti “speciali”. Appena ebbi uno spazio a disposizione, decisi di mettere a frutto le esperienze precedenti e di proporre il mio primo corso per bambini. Ero alla prima esperienza di corso completo, i bambini erano di età diverse, creativi, vivaci, non si conoscevano tra loro. Tra le motivazioni per cui i genitori li avevano iscritti c’era il rifiuto per le attività sportive competitive e la disciplina rigida. Mi misero a dura prova, ma grazie a loro compresi che era possibile giocare e crescere con lo yoga e scrissi Piccolo Yoga.  Fu un’ottima presentazione e mi offrì la possibilità di inserire un corso intero nella scuola.

In cosa consiste il corsi di formazione ‘Yoga per crescere’? 

Yoga per Crescere è un corso annuale di specializzazione di yoga per l’età evolutiva finalizzato all’inserimento della disciplina nella scuola e in ambito educativo-ricreativo. Si rivolge a insegnanti di yoga (post formazione) e insegnanti di scuola, laureati e laureandi in scienze della formazione, educatori, psicologi, genitori che abbiano praticato yoga da almeno 2/3 anni.

Il progetto coniuga la trasmissione dei principi essenziali della disciplina indiana con un insegnamento rispettoso delle caratteristiche dell’allievo e del contesto educativo, socio-culturale. Il laboratorio Yoga per bambini prevede un percorso di esperienze mirate all’espressione corporea, al benessere psicofisico individuale e alla sintonia di gruppo. Per questo lo yoga dell’età evolutiva è integrato da favole, musica, danza, arte e animazione teatrale. In questa visione la pratica yoga è il motore che promuove il benessere fisico, la stabilità emotiva, lo stimolo intellettuale, l’apertura del cuore e anche la crescita spirituale.

Lo yoga può essere utile anche in gravidanza? 

Su questo argomento do la parola alla mia collega Peggy Eskenazi, che si occupa proprio di corsi di yoga per le donne in gravidanza.
Lo Yoga – dice Peggy – guida la futura mamma in un percorso di conoscenza di sé, sviluppando l’ascolto del proprio corpo e del respiro e una sintonia profonda con il bambino che si va formando. Madre e bimbo arrivano assieme al completamento del percorso e il parto non viene più vissuto come un buco nero pieno di incognite. Le varie posture dello yoga vengono assunte con gli adattamenti necessari alla condizione della donna e diventano strumento prezioso per compensare le fatiche della gestazione.
Il raja yoga in particolare, con il suo ritmo lento e profondo, è straordinariamente adatto e permette di adeguare le posture all’individuo, in assoluta libertà. La mobilità articolare e quella del bacino diventano potenti strumenti durante il travaglio e nella fase espulsiva.
Il respiro consapevole, in particolare l’espiro, portando naturalmente alla decontrazione, aiuta nella gestione del dolore nel parto.

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[1]           I tantra sono i testi sacri del tantrismo, i più antichi dei quali furono redatti circa nel 6° sec. d.C., ma la cui ispirazione è assai anteriore. Rivolti a tutti senza distinzione di casta o di sesso, trattano di cosmogonia, innologia, metafisica, magia, tecniche rituali, meditazione ecc., con una simbologia complessa di carattere esoterico.

            Il tantrismo considera le passioni di per sé né buone né cattive; esse non vengono quindi represse, poiché significherebbe respingerle a un livello più profondo, ma utilizzate come strumento di liberazione tramite un processo di sublimazione. È essenziale che ciascun individuo abbia perfetta conoscenza delle proprie attitudini e caratteristiche psicologiche.

 

[2]           Il termine “schema corporeo” definisce una rappresentazione mentale della posizione e dell’estensione del corpo nello spazio e dell’organizzazione gerarchica dei singoli segmenti corporei, finalizzata principalmente all’organizzazione dell’azione nello spazio.

Aipy

Clemi Tedeschi durante una delle sue lezioni

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