Castelfalfi – Toscana incantata

Il patto tra me e Enne, fin da quando i figli erano minuscoli, era che qualche giorno di vacanza – a Natale e in estate -lo avremmo sempre trascorso dai rispettivi nonni, che vivono al sud. Scelta non poco impegnativa, dovendo affrontare con due bambini piccoli un lungo viaggio in macchina, specie per la tratta Lombardia-Campania.

Qualche anno fa, dopo una risalita dalla Campania a dir poco infernale nel corso della quale Olli e Bibo hanno urlato all’unisono da Napoli ad Arezzo, dandosi poi il cambio e alternandosi – tipo staffetta – da Bologna a Milano, al patto di cui sopra è stata aggiunta, tatticamente, una clausola: il viaggio dalla casa della nonna paterna a Milano e viceversa, lo avremmo sempre fatto in 2 tappe, fermandoci una o più notti (in base alla disponibilità di giorni di vacanza) a metà dello stivale, tra Toscana e Umbria.

In previsione di ogni discesa o risalita, che sia d’estate o d’inverno, io cerco accuratamente un posto che sia confortevole, possibilmente in mezzo al verde, adatto ad accogliere una famiglia con bambini piccoli. Un posto in cui non ci siano potenziali pericoli e i bimbi possano essere lasciati liberi di girovagare senza bisogno di controllarli. Questa volta, risalendo verso Milano ci siamo fermati vicino Empoli, dove ho scovato Castelfalfi, un borgo medievale che negli anni ’60 era rimasto disabitato fino a diventare praticamente un paese fantasma, per poi essere recuperato interamente e ristrutturato, casale dopo casale, compresi il castello e la chiesetta, fino a tornare al suo antico splendore, diventando un resort pieno di fascino.

Il recupero e la ristrutturazione sono ancora in corso ma oggi è già un posto unico, speciale: la vecchia fabbrica dove veniva lavorato il tabacco del paese è diventato un alberghetto elegante e accogliente, La Tabaccaia, con una piccola spa e una biblioteca; le colline dolci, puntellate di cipressi, si sono trasformate in campi da golf tra i più grandi e suggestivi in Italia, che nulla hanno tolto al paesaggio che c’era già, laghetto, boschi e riserva naturale compresi: tipo che mentre passeggi per i sentieri può capitarti di incontrare daini o cerbiatti che attraversano la strada. Le case contadine sono state convertite in casali che hanno preservato l’architettura dell’epoca a cui risalgono, pur con una ristrutturazione accuratissima che le ha rese abitazioni moderne e funzionali, che possono essere acquistate oppure affittate per qualche giorno, come hanno già fatto canadesi, tedeschi, sudafricani, che ogni anno si ritrovano a Castelfalfi, novelli abitanti del borgo, formando una vivace comunità internazionale. 

Lungo le stradine del borgo sono state aperte botteghe, negozietti e una trattoria che offre i piatti tipici della tradizione toscana, come la mia amata ribollita. E, in cima a tutto, l’affascinante castello medievale, dentro al quale sorge oggi un ristorante gourmet. Tutto intorno un paesaggio da togliere il fiato, che dalla buca 9 si ammira in tutta la sua bellezza. 

Niente steccati o recinti tra le case, solo verde. E silenzio, interrotto ogni tanto dal rumore della mazza da golf che colpisce la pallina.

 

 

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