(Lefay Resort – Lago di Garda) Ma se nella vita avessi fatto…

Sabato mattina: ancora intorpidita dal sonno mi reco in soggiorno e trovo, nell’ordine, Enne quasi ripiegato su sé stesso e con la faccia sofferente a causa di un torcicollo che gli bloccava mezzo tronco, Olli con gli occhi lucidi e la temperatura corporea di circa 38°, Bibo col naso colante (di quelli che compaiono una mattina di metà ottobre e restano incorporati fino a fine maggio).
Io, dal canto mio, che avevo atteso quel week end come il mio momento di decompressione dopo un mese da cardiopalmo, sempre di corsa, sempre col coltello fra i denti, in cui le mie compagne più affezionate erano state la signorina ANSIA e sua sorella ANGOSCIA, dopo aver attraversato una sfilata, un evento, appuntamenti uno via l’altro, sabati e domeniche compresi, in cui mi ero più volte interrogata seriamente sul perché della scelta di un percorso professionale nel magico (??!) mondo della moda (la mia vita non sarebbe stata forse più tranquilla se fossi andata a insegnare lettere al liceo, se avessi fatto l’archivista, se avessi aperto una libreria con coffee shop o anche se avessi fatto l’insilatrice di perline? secondo mia madre e mio marito, SI’. Secondo me, pure!).
Mi si era anche accentuata la ruga di espressione che ho in mezzo alla fronte tanto la mia faccia era stata corrugata e corrucciata costantemente.

Con lo sguardo atterrito guardo quello scenario apocalittico e dico a me stessa che non ho nessuna intenzione di trascorrere quel week end a fare la crocerossina di tutta la famiglia, me compresa.
“Tutti in macchinaaaa! Ora vi porto io in un posto che ci rimette in sesto tutti quanti”.
Rompiamo il salvadanaio: la situazione di emergenza richiede un’azione e un investimento adeguati.
In un paio d’ore ci ritroviamo a Gargnano, sul lago di Garda.
Sì, è vero, i paesaggi lacustri portano un po’ di malinconia, soprattutto in autunno (e l’unica cosa che volevo evitare accuratamente erano le eventuali fonti di malinconia!) ma noi ci siamo inerpicati, tornante dopo tornante, in cima a un colle da cui si poteva ammirare uno di quei paesaggi che tolgono il fiato e che non ti aspetti, col lago in mezzo, che a quella distanza non era più tanto malinconico anzi, ti ricordava che la potente bellezza della natura può curare anche il blues post-sfilata e far prendere le distanze dai grandi interrogativi della vita.
Lassù, nel bel mezzo del Parco dell’Alto Garda, sorge il Lefay Resort, mimetizzato tra le piante rampicanti e i cipressi, in perfetta armonia col paesaggio circostante.

Tanto per cominciare il resort ha una spa con una lista di trattamenti infinita, compresi massaggi decontratturanti. Ne prenoto immediatamente uno e spedisco Enne tra le mani di una massaggiatrice- chiropratica che lo rimetta in piedi.  E il primo è andato. 

Il Lefay non ne fa grande pubblicità ma ho scoperto che ha anche una sala giochi per i piccoli super attrezzata. Bingo! 
“Bambiniiiii, chi ha voglia di colorare, fare le costruzioni, impastare pizze col Didò e infornarle in quella splendida cucina giocattolo?” 
Olli, come per magia, è risuscitata a nuova vita(lità) e a Bibo mi pare che il naso abbia smesso improvvisamente di colare!
E io? Beneficiando dell’assenza di onde magnetiche e inquinamento di ogni tipo, in quella struttura così meravigliosamente eco-compatibile sono passata da momenti di misticismo, meditando con lo sguardo perso in quel verde brumoso riposante e quel profumo intenso di boschi appena bagnati dalla brina.

Ho respirato profondamente, galleggiando a peso morto nella vasca piena di sale del Mar Morto, in una stanza semibuia illuminata da una lampada che sembrava una luna vera. 

Ho liberato la testa dalle energie negative accumulate nelle settimane precedenti e…mi sono ripresa! E poi, vi chiederete, che ho fatto? Mi sono messa a fare yoga fino al tramonto nel giardino zen? 

Mi sono forse addormentata su una sdraio nel prato pensando alla serenità ritrovata??

Macché! Mi sono stesa su una chaise longue davanti a un’immensa vetrata che dava sul panorama mozzafiato e, sorseggiando una tisana detox, ho adocchiato e agguantato l’ultima copia di Vogue USA (però, attrezzàti al Lefay!) e mi ci sono immersa, lasciando il mondo fuori.
Ecco la risposta ai miei interrogativi…

 
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2 Discussion to this post

  1. Mimma Zizzo ha detto:

    leggevo il tuo bellissimo post con patata sulle gambe, e lei mi fa: perchè sorridi?? amica alla fine la scelta del passamento spiega anche la scelta del lavoro. <br />comunque siete forti….mio marito non avrebbe mai accettato qs proposta, grandi

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